MONTE VOGU – I/FV-343
Sveglia ore 7.00 , rapida colazione e partenza verso la prima uscita del 2017. Mano a mano che salgo verso la località di Montefosca mi accorgo che forse ho sottovalutato il problema ghiaccio. La temperatura segna -9°C e la strada oltrepassato Faedis incomincia a salire diventando sempre più ostica.
A partire dal trivio della Bocchetta di S.Antonio la già stretta carreggiata scompare sotto uno strato di 15 cm di ghiaccio e San 4×4 è costretto a fare gli straordinari per farmi restare sul percorso e portarmi miracolosamente incolume all’attacco della strada forestale, punto di partenza per l’uscita sul Vogu (PS: anche volendo tornare indietro a quel punto non avrei potuto girare la macchina!!!). Prendo la strada forestale poiché il sentiero che in maniera più diretta portava alla cima risulta “chiuso”. Oramai di quella traccia non rimane nessuna indicazione ma per fortuna almeno c’è un cartello che fornisce l’informazione. La strada forestale nonostante i 20-30 cm di neve e ghiaccio è particolarmente agevole. Non dovendo preoccuparmi di perdere il sentiero, posso distrarmi cogliendo tracce di animali e apprezzando uno stupendo sottobosco innevato. Ci sono cartelli ed indicazioni ben disposte, nel giro di un’ora sono in “cima”. La vetta ricoperta da alberi, piena di grosse rocce e coperta dalla neve non è quanto di meglio si possa trovare per installare un’antenna. Posizionato il treppiede che sorregge la MFJ1979, il problema è come stendere i radiali. Circa 10 minuti dopo però il setup è pronto. Questa volta in caso di scarsa propagazione in 20 metri, mi sono attrezzato anche con la bobina per i 40 adattata da una antenna Viking III made in IW2EN.
Rapido swap sulla banda e a farla da padrone sono l’Africa, la Spagna, la Grecia e gli immancabili russi. Dopo 6 collegamenti e mezzo (devo vedere se l’ultimo me lo conferma), vuoi per il freddo, vuoi per la sfortuna, le batterie del microfono amplificato decidono di alzare bandiera bianca e con esse le mie speranze di fare altri collegamenti. Peccato perché oggi un minimo di propagazione avrebbe decretato log abbastanza corposi. Nel frattempo nonostante il sole, la temperatura è ancora intorno ai -4°C, motivo per cui sbaracco tutto e mi avvio alla macchina.
Essendo impossibile rifare la strada dell’andata causa ghiaccio, decido di scendere per il paese di Montefosca verso Pulfero lungo una strada tutt’altro che agevole. 30 km in più dell’andata ma se non altro relativamente più sicura. Nella zona c’è anche il Monte Mia e sarà una delle prossime uscite invernali. Le Valli del Natisone le ho sempre snobbate per la scarsa altezza delle “vette”, ma il panorama e gli scorci invernali in quella zona sono fantastici e meritano un ulteriore visita.
Suggerimenti:
- Prima di partire controllate sempre il percorso che intendete seguire, ricordandovi che se una cartina topografica non è aggiornata può indicare percorsi non più utilizzabili o fortemente modificati. Consultate internet e cercate informazioni recenti ed aggiornate.
- Controllate sempre le batterie PRIMA di arrivare sulla cima della montagna. Attenzione che con il freddo le batterie (in primis quelle al litio) durano sensibilmente di meno. Io ripongo la batteria all’interno di una piccola borsa termica con 2 bustine chimiche che rilasciano calore per circa 6 ore
- SOTA è fattibile anche in inverno, non serve per forza aspettare l’estate. D’inverno non rischiare i classici acquazzoni di luglio-agosto e non rischiate di tornare a casa irradiati da 4 ore sotto gli UV della cima. Attrezzatevi con indumenti tecnici, abbassate i metri delle vostre mete e mettetevi in marcia.
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