Monte Matajur – I/FV-319 o S5/TK-002
1641 m. Salita invernale versione “full snow”. Si inizia alle ore 07.00 con la consueta adunata dei fedelissimi. Oggi timbrano il cartellino oltre allo scrivente anche Paolo IW3RPY e Nadia, la ormai conosciuta ed invidiataci fotografa ufficiale.
Assente quest’oggi Antonello IW3SIP che saluta e rimanda alla prossima uscita. Il programma giornaliero prevede di raggiungere in auto il rifugio Pelizzo alla base del Monte Matajur ed una comoda “cjaspolata” di 350 metri fino alla cima della montagna. Peccato però che il programma non tenga conto di un’ordinanza del locale sindaco, il quale ha bandito l’utilizzo della strada che porta al rifugio a partire dal paese di Masseris…. Tradotto, i metri di dislivello si raddoppiano in pochi secondi! Le opzioni sono 3: girare il cartello e far finta di non averlo visto (soluzione A), lasciare l’auto sulla strada e prepararci ad una bella sfacchinata con le racchette da neve (soluzione B), tornare a casa (soluzione C). Chiaramente se sono qui a scrivere queste righe la scelta è ricaduta sulla soluzione B.
Armati di tutto punto ci siamo incamminati verso il rifugio Pelizzo da cui solo in un secondo momento avremmo deciso se salire in cima o rinunciare. Dimenticavo di segnalare che alle 8.00 di mattina c’erano -5°C ed un vento da nord che soffiava in maniera vigorosa.
Giunti al rifugio, dopo una pausa di 5 minuti con the e pasticcini (non li fanno più i montanari di una volta), abbiamo deciso di arrivare in cima al Matajur. Considerato che il sentiero si trovava sotto 70 cm abbondanti di neve, abbiamo tracciato un nuovo percorso, una linea retta fino alla cima…
Purtroppo la salita ci ha esposto al lato ventoso della montagna e non è stato troppo piacevole giungere alla chiesetta sommitale.
In cima abbiamo issato i 10m del palo dx-wire con attaccata la endfed home made ed alla base l’iconico Yaesu 817ND. Per la cronaca, venduto il MCHF, sono passato alla costruzione del TULIP SDR… una pazzia che mi occuperà credo qualche mese e che spero mi accompagnerà nelle uscite estive.
Tornando all’attivazione, la propagazione era davvero penosa e sui 20 metri il contest francese la regnava da padrone a suon di watt e pileup. Immaginando già dal giorno prima questa situazione, ho portato la Endfed proprio per sfruttare i 40m ed eventualmente i 17m senza dover cambiare radiali o accorciare la consueta MFJ 1979.
Mai scelta si rivelò così corretta. Dal nulla dei 20m siamo passati in 40m e siamo riusciti a portare a casa l’attivazione. Qualche dubbio lo abbiamo avuto sull’identificazione SOTA della montagna… I/FV-319 o S5/TK-002…
Perché dovrebbe essere una sommità Slovena quando il punto più alto della cima è in territorio italiano??? Siamo alle solite… Ok noi ci siamo fatti la nostra bella sgambata, ci siamo surgelati ma divertiti in radio per 1 ora ed abbiamo messo a log qualche collega facendo noi da cacciatori. Sulla frequenza di chiamata QRP come al solito stazioni da 2 Kwatt e nessuno che ti degni di risposta nei pressi delle stesse.
Non vedo un futuro roseo per il QRP/SOTA, soprattutto in questo periodo di magra con una propagazione ai minimi e con i colleghi concentrati unicamente alla ricerca della stazione lontana, con le schiere di OM che chiamano “out of Europe please”, le immancabili portanti ed i fischi che si protraggono per ore senza nessuno che intervenga a regolarizzare quello che dovrebbe essere un’attività normata dal buon vecchio Ministero delle Comunicazioni.
Fino qualche hanno fa mi dedicavo quasi totalmente ai modi digitali, più “asettici”, più “freddi” ma dove se non altro non senti insulti, liti, inutili diatribe. Anche per questo mi sono ributtato sul morse, non senza fatica, ma già con a log i primi pazienti e comprensivi colleghi OM che con gentilezza si prestano ad abbassare e adattare le loro normali velocità di battuta alle mio più lento ed incerto CW.