Monte Matajur – Sota Day 18/09/2016
“AUDENTES FORTUNA IUVAT” potrebbe essere il sottotitolo alla descrizione di questo 5° SOTA Day. Giornata infernale con un meteo qui in Friuli da far paura. Sveglia ore 07.30 e timida occhiata fuori dalle finestre dove un cielo ingannevole pareva promettere qualche timida apertura di sole. Il meteo online delle truppe alpine dava un incerto “…cielo coperto” ma tanto mi basta per osare. Zaino in macchina e in 40 minuti raggiungo il rifugio Pelizzo punto di partenza per il sentiero che porta alla cima del Matajur.
Un caffè e 4 parole con il gestore che mi garantisce niente acqua fino almeno a metà pomeriggio. Rincuorato parto verso la cima appesantito dalla 7 elementi modello DK7ZB, il fedele ed elaboratissimo Yaesu 817ND e una batteria al litio da 9 Ah. Lungo il sentiero inizio però a notare nuvole particolarmente nere che salgono veloci da ovest. Occhiata su internet al radar meteo che mi segnala fulmini a 90 km dalla mia posizione… Ok magari non arriva qui, si procede. Arrivato in cima in pochi minuti assemblo l’antenna ed alle ore 10.00 precise (08.00 UTC) sono online. Primo collegamento con IK2TLA che inaugura il Log. La propagazione non pare male ma è piuttosto altalenante. Me ne ero accordo già dalla macchina dove a volte mi passava l’RU7 di Bologna (200 km abbondanti) e pochi minuti dopo non riuscivo nemmeno a sentire l’RU7 di Reana del Rojale distante soli 30 Km. Tra un contatto e l’altro dopo mezz’ora butto l’occhio oltre la chiesetta sul versante a nord-ovest che per me era coperto e comprendo che è il caso di sbaraccare velocemente. Quel fronte nuvoloso visto mezz’ora prima è già sulla mia verticale e oltre a sentirli, inizio anche a vedere fulmini in lontananza. In 45 minuti miracoli non ne posso fare, ma essere riuscito a mettere a log quella dozzina di collegamenti mi lascia ugualmente contento. Smontaggio a tempo di record dell’attrezzatura e si passa all’ultima decisione: scendere molto velocemente o restare dentro la chiesetta ad attendere che il tutto passi. Decido per una ritirata tattica molto veloce. Durante la discesa l’aria era talmente carica che si poteva sentire. Non posso asserire di aver avuto i capelli ritti (magari averceli) ma i peli delle braccia erano ugualmente un forte indicatore di pericolo. Miracolosamente San Sota mi accompagna senza nemmeno una goccia d’acqua fino alla vettura. Riposto lo zaino e tolti gli scarponi, il meteo decide che ha atteso abbastanza. Tuoni, fulmini e tanta ma proprio tanta acqua, ma ormai sono davanti un panino con speck e formaggio di malga e di quello che succede fuori dal rifugio poco mi importa!
Ok anche il Sota Day 2016 è andato. Pochi punti sicuramente, ma soddisfatto per l’avventura.
Consigli e suggerimenti:
- Diffidate delle previsioni meteo dei gestori dei rifugi, stranamente tutti novelli Bernacca.
- Un fronte nuvoloso viaggia molto più velocemente di voi. Appena avvistato fate i bagagli e rientrate.
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